non è un addio

Saiwer Mao (Sai)★★★

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Sembrava ieri quando a Meridian la scuola stava accogliendo allievi promettenti, anche da altre città, promesse che erano visionate da alti saggi. Tra di loro c’era gente di alto rango, nobili, alcuni meno, altri invece, almeno un’altra, della quale non si sapeva molto, solo che era una studentessa promettente, ma in difficoltà con la magia pratica, portata da un’arcimaga, Xiun, nella speranza di intraprendere nuove esperienze, magari farsi degli amici. Era quasi l’inverno, le foglie oramai stavano sparendo, ebbene anche per qualcuno stava per diventare una sottospecie di addio, perché il periodo lì in quella scuola era quasi finito. Non di certo erano successe cose, si parlava di incidenti, alunni che erano stati male, ma il nome che era pressapoco lì sulla bocca di pochi, un’informazione uscita per sbaglio, era proprio quella ragazza dai capelli neri. Sai l’aveva sentita, aveva anche provato a parlare con lei, aveva fatto squadra con lei e Fir, quindi non sembrava così silenziosa, sì, misteriosa ma non del tutto. La biondina era lì seduta a fissare gli alberi, con i suo animaletto con sé.
”Non è giusto che vada via, non trovi, Fir. Insomma è venuta qui per imparare, sembra che anche Xiun sia una delle grandi arcimaghe che ogni tanto palesa nel comunicare con il decano, ma mi sembra una cosa brutta che una sua allieva vada via, perché non è una cattiva ragazza, sì, sta sulle sue, ma non è cattiva, è allegra qualche volta. Ti ricordi quando ha provato quei drink naturali , un giorno che era lì, da sola a provare qualcosa. Tra l’altro se ne andrebbe quando girano anche delle brutte voci di qualcuno convocato dal consiglio. Stanno evitando quelli scarsi, secondo alcuni, per altri talentuosi.”
A Sai non piacevano le brutte notizie, già ce ne erano fin troppe.

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Martha Steven★★★

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C’era una volta, si poteva dire, una ragazza, che in futuro avrebbe avuto un look diverso, e una storia nascosta, ma ai tempi era diversa, dai capelli neri, lunghi, occhi castani, un vestito quasi classico da maga, una tunica blu scuro, con un cappello più grosso di lei, sopra la piccola testa. Era stata chiamata come studentessa, trasferimento provvisorio verso Meridian. Presentata come Kimmy Wood Arrow era una specie di ragazza modello, però praticamente aveva una piccola grande difficoltà, usare magie d’attacco. Era negata, non si sapeva il perché, non si sapeva molto di lei, anzi sembrava non parlava con molti. Un giorno, pur di cerca di darle spazio e magari trovare una soluzione a quel problema, i consiglieri della scuola l’avevano pure affiancata ad altri, per una prova, una ragazzina bionda, di nome Saiwer e il suo amico Fir. Il tempo era passato, era veramente passato un po’, e alla fine, come poteva succedere, presto Kimmy sarebbe dovuta andare via. Lo sapeva, aveva cercato il silenzio, di quell’informazione, ma nulla, alla fine era uscita come notizia. Tanti dicevano che era per motivo della sua scarsità d’impegno, alcuni perché non sarebbe durata, e pochi sapevano la verità, nascosta dal mondo.
Era seduta sul prato in solitaria, con un piccolo uccellino sul dorso della sua mano, che fischiettava, anche se era un po’ fredda la giornata, era quasi inverno.
”Tu non puoi venire con me, piccolo amico. E’ passato fin troppo tempo e non ho risolto nulla, non è cambiato nulla. Non credo neanche che possa essere capace di fare qualcosa, la mia mente dice sempre di arrendersi.”
Parlava con quel piccolo amico, da sola, mentre non c’era nessuno, tenendo il bastone, che sarebbe servito per le magie, vicino, quell’arma nodosa, fatta con parti di un albero, donate proprio da un vecchio pino, un amico, per lei, parlava spesso con le piante, però nulla più. Era triste? Più o meno, non aveva socializzato con tanti studenti.

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Saiwer Mao (Sai)★★★

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Sai voleva pensare ad un posto, quello che sarebbe andato bene, per parlare, anche perché a molti non piaceva come era arrivata, come e cosa c’era in ballo quando si parlava della studentessa trasferita da un’altra scuola di magia, e così via. Per una scusa la bionda pensò al giardino, quello a ridotto del bosco sussurrante, per la storiella del vento che girava da quelle parti. Fece intuire il luogo con poco, andando poi lì, senza farsi osservare e sotto lo sguardo degli altri studenti, che ovviamente anche con lei non riservavano favori, essendo di umili origini. Arrivata cercò di pensare a qualcosa per farla sentire a suo agio, insomma per quel poco tempo che sarebbe passato prima del suo addio.
”Non ha amici qui, conosce noi, ma non parla con tanti, anche se con quei pochi avevo sentito che molte volte era allegra, sì non capiva spesso molte cose, di quest’accademia, e per lo più quando passavano certe persone era come che cercasse di evitarle, e uno è proprio Phobos. Potremmo...”
Neanche a continuare a parlare che Sai vide la figura in questione da una parte, parlare con un uccellino, da sola, e aveva sentito parte del discorso, anche per la solita storiella del bosco sussurrante. Spinse quasi Fir, se avesse avuto la forza di farlo, così di getto.
”Scusa Kimmy, avevamo sentito della tua storia. Ci spiace che il tuo mandato da studentessa sia finito. Lo so, non è una cosa che è facile da capire per molti, anche io sono conciata male, insomma io ho imparato che la mia magia è particolare e per molti inutile, ma non credo che dovresti, abbatterti o arrenderti. Vero Fir?”
E così, almeno cercò una linea di dialogo con quella studentessa che li stava guardando, probabile, o almeno Sai sperava, a parte che la conosceva bene, per le emozioni che riusciva a dire, per gli animali, aveva detto una volta cosa pensava il suo cucciolotto quando Sai faceva certe carezzine alla sua testolina, con quella piccola risata, flebile, insomma Kimmy non sembrava parlare mai ad alta voce.

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Kimmy non era mai stata accettata, ovunque fosse mai andata, un po’ c’erano vari e vaghi motivi, segreti che la piccola aveva sempre con sé, oltre a quel carattere pressapoco chiuso. Per una volta, nella sua vita, se non quando aveva parlato, nell’altra scuola, con la sua compagna di classe Martha Stevens, sembrava colpita dentro, quel gesto carino, tenero di amicizia, sì, con la ragazza dai capelli rossi, così descritta, da Kimmy, non sembrava scorrere ai tempi buon sangue.
”Se vi sentirebbe Martha penso che se la prenderebbe con me, perché ancora una volta non ho dimostrato di aprirmi, di capire quando c’è sempre un inizio o una fine, ma aprendomi ad essa. Mi mancherà questa scuola, l’ambiente è bello, sì, non è come la mia scuola, ma anche lì sono sempre stata chiusa in me stessa. Solo Martha ha provato ad aprirmi, con bruschi modi, ma anche lei è una di quelle che non l’abbatti neanche se ci provi. Quasi espulsa per una magia, vantandosi che quel nostro compagno si meritava una lezione, perché era un figlio di papà che non meritava di studiare in quella scuola, perché si pagava, secondo lei, i voti.”
Insomma c’era un legame tra quella ragazza è Kimmy in qualche modo. Fisicamente la nera di capelli era molto poco portata a fare qualcosa, era sempre chiusa nel suo micro mondo, forse per quello che non eccelleva nelle cose pratiche, tanto che forse era quello il motivo del suo futuro addio, e non legato all’arcimaga Xiun, sua precettrice.
”Io vorrei che questo nostro legame, come quello che ho con pochi” intendendo Martha, appunto ”duri tanto, perché non sono una che si lega facilmente, oggi sono qui, e magari n futuro sarò da un’altra parte , o peggio il mio nome sarà tra quelli quasi dimenticati. Non so quale posto sarebbe il migliore, non conosco questi posti benissimo, anche perché penso di essere sempre sotto osservazione, qualche cancelliere ha sempre voluto parlare con di qualcosa, ma non saprei di che cosa.”
Certo che ricordare le cose dette da altri era una di quei punti deboli della ragazza, quasi non sentisse tutto oppure sembrava non interessarsi, ricordava bene i nomi, e c’era un qualcosa nella scuola che sembrava sempre celato da qualche parte, da qualche consigliere che parlava con lei, forse del suo andamento scolastico… o del suo destino.

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Saiwer Mao (Sai)★★★

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Sai stava sentendo le parole di Kimmy, le prime erano su una figura che sembrava un’amica, o comunque una studentessa della scuola dove studiava. Era un po’ troppo dura, ma ricordava un po’ la sua di storia, quando Sai era arrivata nella scuola di Meridian, e non era ancora del tutto cambiata la situazione.
”Durina, veramente… Fir ricorda un po’ di storie. Kimmy una volta anche io ero così, lo sono ancora. Appena arrivata non era facile per me dimostrare di essere una sicura di sé. Certamente se la trovassimo davanti direi che forse è troppo dura, nessuno può dimostrare in poco tempo di aprirsi. Ci sei pure riuscita con noi, a parte che io e Fir siamo un po' in disparte perché come hai visto c’è una lieve differenza di status sociale tra noi e loro, nel senso che molti hanno parenti ricchi, diciamo così.”
Sai e il suo amichetto, sempre vicino giravano a pensare, guardando anche Fir, non per altro loro due conoscevano abbastanza posti tranquilli o realistici.
”Ho trovato… Fir, ti ricordi la cascata vicino al punto dove abbiamo visto quell’alce? E’ un posto magico, nel vero senso della parola. Ci sono dei filamenti particolari, morbidissimi, usabili per fare cose in tessuto, naturale, ma la cosa più bella è la conca dell’amicizia, lì sono nate e vengono legate amicizie incredibili. Se ci sarà un arrivederci potremmo legarlo tra di noi lì. Fir, tu sai la strada? Io mi perdo sempre da quelle parti. ”

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